La Verità Nascosta: Moro, Mattarella e i Delitti di Stato
Chi si definisce sostenitore delle idee di Aldo Moro e denuncia il suo sequestro e la sua morte come un vero e proprio delitto di Stato, non può poi definirsi anticomunista. Il quadro che emerge dagli anni non è quello di un semplice atto terroristico.
Per portare a termine questo “attentato alla Repubblica”, le Brigate Rosse non agirono da sole. Fu un’operazione complessa che vide il coinvolgimento di settori deviati del SISMI, l’influenza pervasiva della Loggia P2 (di Licio Gelli) e possibili legami con la struttura segreta di Gladio, insieme ad altre forze oscure. La “colpa” di Moro fu proprio quella di cercare il compromesso storico: un audace tentativo di dialogo tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano per dare stabilità a un’Italia già bistrattata e strumentalizzata dal 1945, sotto il totale controllo dell’apparato militare degli Stati Uniti. La sua eliminazione fu un colpo mortale a questa prospettiva.
E lo stesso copione si ripeté in Sicilia con Piersanti Mattarella, un uomo legato a Moro che nella Regione a statuto speciale stava costruendo una simile alleanza riformatrice, basata sulla moralità e la lotta alla mafia. Anche per la sua morte (6 gennaio 1980) si sono intrecciati interessi oscuri: le indagini hanno accertato la matrice mafiosa, ma con l’ombra persistente della P2 e di una saldatura tra eversione nera e Cosa Nostra. Per l’esecuzione furono indagati a lungo membri dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) come Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, inizialmente accusati anche grazie alle dichiarazioni del fratello di Valerio, Cristiano Fioravanti. Tuttavia, Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini furono poi assolti in via definitiva dall’accusa di essere gli esecutori materiali, in parte anche perché Cristiano Fioravanti non volle più pienamente collaborare, sembra per le pressioni subite dalla famiglia. Nonostante le assoluzioni per l’esecuzione, il contesto di ambigui rapporti e cointeressenze tra settori deviati e criminalità è un elemento chiave di quel mistero.
Due leader, due destini tragici, ma un unico filo rosso: l’eliminazione di chi osava sfidare lo status quo, cercando una piena sovranità democratica e liberando l’Italia da logiche di subalternità e corruzione.
Per la Libertà e la Memoria Storica, Non per un’Ideologia: Cacciamo i Mercanti dal Tempio!
E chi ancora oggi sostiene che non esistono più destra e sinistra, ma paradossalmente si dichiara ripetutamente anticomunista, volendo far passare il PD come il prosecutore delle politiche del PCI, non solo non conosce la storia, ma, molto probabilmente, difende strutture massoniche o servizi di intelligence che lo hanno a libro paga!
Questo non è un attacco ideologico, ma un richiamo alla verità storica e alla difesa della libertà di scelta politica del nostro Paese. È fondamentale comprendere lo spessore di certi “capi popolo” che tendono a costruire dei “fan club” per loro stessi chiamandoli “partito”, usando proprio i metodi e le retoriche di quello stesso potere che ha operato per far morire Aldo Moro, Piersanti Mattarella e, in seguito, anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La loro memoria, così come la libertà della nostra Repubblica, meritano una conoscenza storica autentica e una vigilanza costante contro ogni forma di mistificazione. È ora di cacciare i mercanti dal tempio: basta con chi specula sulla politica, sulla storia e sulla democrazia per fini personali o di potere occulto.