L’Attacco al Diritto di Educare

Di Emiliano Gioia
Il Caso Birmingham/Trevallion come Finestra di OvertonIntroduzione: Quando lo Stato Entra nel Bosco In un’epoca in cui si dibatte sulla necessità di un’educazione più connessa alla natura e personalizzata, il recente caso che ha coinvolto la famiglia in Abruzzo non può essere liquidato come una semplice storia di negligenza.
È, al contrario, un allarmante attacco mirato al diritto genitoriale non conforme e un tentativo di omologazione educativa forzata.
La vicenda ha avuto luogo a Palmoli, in provincia di Chieti, e ha visto come protagonisti i genitori, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, e i loro tre figli minori. La rimozione dei bambini, disposta dal Tribunale per i Minorenni dell’Aquila (decreto n. 2061), non è stata una misura di mera tutela, ma un chiaro messaggio politico inviato a tutte le famiglie che scelgono la strada della libertà educativa, dall’istruzione parentale alle scuole nel bosco.Tesi Centrale: Il Diritto dei Bambini come Pretesto PoliticoLa tesi che sosteniamo è netta: l’intervento è un’operazione di limitazione della libertà, non di salvaguardia. Le presunte criticità addotte – la “fatiscenza” dell’abitazione e l’isolamento sociale dovuto alla pratica dell’unschooling – sono pretesti fragili usati per delegittimare un intero approccio educativo e uno stile di vita alternativo.
La Fragilità del Pretesto I (La Fatiscenza)Secondo le fonti ufficiali, l’allontanamento è stato motivato da un “disagio abitativo” e dal fatto che il rudere in cui risiedevano fosse privo di servizi essenziali e agibilità. L’attacco alla casa non è un attacco alla sicurezza dei figli, ma un attacco alla scelta di autosufficienza, semplicità e non conformità dei genitori.
La Fragilità del Pretesto II (L’Isolamento)L’accusa di “isolamento sociale” ignora che i bambini erano tre fratelli con una profonda relazione tra pari. L’ossessione per la “vita di relazione” intesa solo come conformità al modello scolastico tradizionale rivela una visione statalista e monolitica dell’educazione. L’allontanamento dei figli per via dell’isolamento non è tutela: è una criminalizzazione della selezione relazionale e della filosofia educativa.
La Finestra di Overton e l’Aggressione alle Alternative Il vero significato di questo caso è il tentativo strategico di spostare la Finestra di Overton – l’intervallo di idee accettabili nel dibattito pubblico – indietro, verso l’uniformità e il monopolio statale sull’educazione.
L’Esecuzione del Provvedimento e l’Ipocrisia IstituzionaleIl provvedimento, eseguito il 20 novembre 2025, ha avuto un risvolto particolarmente emblematico.La madre, Catherine Birmingham, ha potuto accompagnare i figli nella struttura protetta.Il padre, Nathan Trevallion, è rimasto solo, isolato nel bosco.
Nell’epoca della lotta al “patriarcato”, in cui lo Stato si impegna ufficialmente per l’uguaglianza di genere e si aprono dibattiti e musei sul tema, l’Istituzione ha agito, di fatto, come il più classico dei Patriarchi. Concedendo ai bambini di essere seguiti dalla madre e lasciando il padre alla solitudine del bosco, lo Stato ha riaffermato l’antico stereotipo del ruolo materno come unico ammortizzatore affettivo accettabile, e quello paterno come la componente sacrificabile, o addirittura la fonte principale della presunta “devianza”. Questa disparità nel trattamento non fa che rafforzare il messaggio che la crisi è stata gestita non in base a un principio di pari responsabilità genitoriale, ma in linea con un atteggiamento paternalistico.
Conclusione: La Difesa del Diritto Non Conforme Questo caso non riguarda la tutela dei bambini, che godevano di salute e di un ambiente affettivo sano. Riguarda il diritto inalienabile dei genitori di crescere i propri figli secondo la propria visione.La reazione istituzionale non è stata protettiva, ma punitiva. Se non reagiremo fermamente contro questa operazione ideologica, l’episodio diventerà il precedente legale e sociale che limiterà per sempre la libertà educativa. Il vero “pregiudizio” è quello subito dai bambini, traumatizzati dallo Stato per una scelta filosofica e politica, un’azione che in più dimostra la profonda incoerenza tra la retorica anti-patriarcale professata e le pratiche patriarcali agite in momenti di crisi familiare.






