Lettera aperta alla senatrice Segre

Onorevole senatrice Liliana Segre,

Sono Emiliano Gioia, padre di tre figli, attivista politico, segretario nazionale del movimento SìAMO, nel direttivo di Liberiamo l’Italia e Lavoratore.

Questo l’ordine delle mie priorità. Questi i punti fermi con cui da sempre mi approccio alla vita. Lei è una senatrice della repubblica e questo è fondamentale per il nostro paese perché la sua testimonianza, la storia della sua vita, le vicissitudini che suo malgrado ha dovuto affrontare, debbono essere un monito per chiunque non abbia vissuto direttamente l’epoca più buia del nostro paese. Un epoca come lei ben sa, cominciata molto prima del 1938, anno in cui fu espulsa dalla scuola elementare come previsto dal regolamento delle leggi razziali.

Quel 1938 fu possibile perché figlio di una cultura ottocentesca. Quella cultura che strumentalizzò Lombroso, che imputò alla razza, alla fede, alla cultura stessa, tutti i mali del mondo. Che fece vivere una gran parte della società con una costante sensazione di pericolo, di paura, per un nemico immaginario ipotetico ed invisibile. Quel 1938 cominciò anni prima, con i bambini divisi per etnia e fede: I cristiani nei primi banchi, i giudei in fondo. Cominciò con le tessere di partito, con i posti riservati, con la vigilanza sempre più stringente per le attività commerciali.

Il suo 1938 cara senatrice, è stato il nostro 2017, anno in cui moltissimi bambini sono stati allontanati da scuola perché i genitori non accettavano un obbligo sanitario nelle scuole dell’infanzia. E così come il suo 1938 anche il nostro 2017 è arrivato al culmine di una campagna costante e ripetuta di terrorismo mediatico e di provvedimenti utili a creare un opinione nel pubblico. Il nostro 2017 è arrivato dopo anni in cui non esisteva un vero obbligo vaccinale. Era un epoca in cui si dovevano vaccinare i bambini per 4 diverse malattie ma nei centri vaccinali erano reperibili solo fiale con 6 vaccini, cosa che ha spinto molti genitori a rinunciare. Il nostro 2017 è arrivato dopo le leggi Balduzzi del 2012 e la legge Gelli del 2017.

Cara senatrice, lei è consapevole che il tempo intercorso tra l’avvento del fascismo e la sua deportazione, se fosse avvenuta in questi anni, lei molto probabilmente non sarebbe tra noi?

Lei ha notato che mentre dei ministri, tipo Beatrice Lorenzin, andavano in televisione a mentire spudoratamente sui morti per il morbillo a Londra, c’erano migliaia di persone discriminate?

Lei sa, onorevole senatrice, che questi giorni burrascosi sono il frutto di un lungo percorso, e che il nostro 2017 è solo stato il suo 1938?

Senatrice Segre, quante ne ha passate dopo quel 1938? Lei sa che nel nostro paese, così come in quell’Italia che lei ha subito, oggi si discriminano i lavoratori, i consumatori, i bambini, perché non vogliono cambiare religione?!

Lei sa che coloro che non accettano i dogmi dello scientismo (una strumentalizzazione della scienza in forma dogmatica) perché credono nella scienza come fucina in eterna evoluzione, fatta di confronto e dibattito, oggi vengono espulsi dalla società? Ghettizzati onorevole senatrice! Ghettizzati.

Lei sa che i vaccini non sono il fine ultimo di questo nuovo “manifesto della razza” ma il piede di porco con cui un apparato economico globale sta scardinando le costituzioni?

Onorevole senatrice ha saputo che in Italia, nel 2021, sono state istituite delle regole fascistissime come il Green pass?

Come si sente lei? Come pensa possa essere utile la sua testimonianza, rappresentata dalla sua intera esistenza, se oggi non urla in parlamento a questo scempio??? Come può non stracciarsi le vesti rivedendo nel suo percorso esistenziale il ripetersi di tante ignobili azioni da parte di chi manipola e mistifica la realtà e mette ancora gli uomini contro gli uomini?

Lei sa onorevole senatrice che: Questa volta no?! Non lo accetteremo. Non lo consentiremo.

Non accetteremo negozi con scritto: Gli ebrei qua non possono entrare. Non lasceremo che le nostre attività vengano assalite da masse informi di squadristi.

Questa volta non ci sarà una notte dei cristalli.

Questa volta i cristalli li infrangeremo noi.

Questa volta non usciremo di scuola.

Non saliremo sui carri.

Non ci chiuderemo nei ghetti.

Non ci faremo tatuare.

Onorevole senatrice, per onorare i suoi cari; per onorare i nostri cari; i nostri partigiani; i nostri “criminali” (questo erano considerati); noi ci batteremo fino all’ultimo respiro.

La saluto onorevole Liliana Segre, con il rispetto che si deve ad una testimonianza vivente. La saluto, con la delusione di chi si aspettava una reazione da parte di chi già ha vissuto un epoca buia, ma non ha visto che un opportunistico silenzio.

Emiliano Gioia

Un padre, un attivista politico, segretario nazionale del movimento SìAMO e nel direttivo di Liberiamo l’Italia, un Lavoratore.